domenica 31 maggio 2020

L'etica del disegno -#STEP21

L'arte del disegno è estremamente ampia; tramite una serie di linee è possibile rappresentare i soggetti e i concetti più svariati per moltissimi scopi diversi. In altri post ho individuato varie applicazioni del disegno per scopi benefici, come rendere omaggio a qualcuno, intrattenere, arricchire, ringraziare, studiare, insegnare, raccontare

Tuttavia, esistono disegni i cui propositi e/o soggetti possono risultare oltraggiosi e scatenare controversie. Se si tratta poi di disegni pubblicati su scala internazionale e visti da milioni di persone, gli effetti causati da un'immagine offensiva possono essere gravissimi, talvolta catastrofici.
Ne è un esempio la serie di attacchi e attentati alla sede di Charlie Hebdo, periodico satirico settimanale francese dallo spirito "caustico e irriverente". La testata, fondata nel 1970, pubblica vignette e articoli caustici e dissacranti nei riguardi della politica (soprattutto soggetti di estrema destra) e ogni tradizione religiosa (in particolare il cristianesimo, l'Islam e l'ebraismo). 

La testata è sempre stata mal vista dagli estremisti islamici, i quali ritenevano alcune vignette riguardanti la loro religione offensive e oltraggiose. Ad esempio l'immagine riportata a lato è una vignetta pubblicata dal giornale Jyllands-Posten, rappresentante Maometto che dice "100 frustate se non muori dalle risate". Tale vignetta aveva scatenato forti proteste, e venne ripubblicata da Charlie Hebdo, modificando il titolo in "Charia Hebdo", gioco di parole tra Shari'a e il nome del giornale.

"Il 7 gennaio 2015, attorno alle ore 11.30, un commando di due uomini armati con fucili d'assalto Kalashnikov fece irruzione nei locali della sede del giornale, durante la riunione settimanale di redazione, sparando sui presenti. Nell'attentato, che è stato rivendicato da Al-Qāʿida nella Penisola Arabica (o Ansar al-Sharia), branca yemenita dell'organizzazione stessa, sono morte dodici persone e undici sono rimaste ferite."

Sull'argomento "etica e satira" ho trovato un articolo con un'intervista al professore e giornalista Sergio Gessi in cui si discute ampiamente il tema della libertà di espressione, con particolare riguardo all'attentato a Charlie Hebdo.

Fonti:


giovedì 28 maggio 2020

Giacomo Leopardi e le arti figurative -#STEP20

Si parla poco, o non si parla affatto, del rapporto che Giacomo Leopardi aveva con l'estetica e, più precisamente, con le arti figurative. In un articolo pubblicato sulla rivista semestrale "XY dimensioni del disegno", scritto da Paolo Belardi, docente di composizione architettonica e urbana a Perugia, viene sottolineato il profondo interesse che il poeta nutriva per il disegno e per le arti figurative in genere.

Nello Zibaldone è presente una riflessione datata 12 luglio 1820, in cui Leopardi distingue le
pertinenze disciplinari della rappresentazione e della letteratura:

Incisione di Gaetano Guadagnini (Bologna
1800-1860) dal disegno di Luigi Lolli
"il racconto è uffizio della parola, la descrizione del disegno (eseguito in qualunque modo). Quindi non è maraviglia che quello sia più facile di questa al parlatore. E questa è una delle primarie cagioni per cui era falso ed assurdo quel genere di poesia poco fa tanto in pregio e in uso appresso gli stranieri massimamente, che chiamavano descrittiva. Perché quantunque il poeta o lo scrittore possa bene assumere anche l'uffizio di descrivere, è da stolto farne professione, non essendo uffizio proprio della poesia, e quindi non è possibile che non ne risulti affettazione e ricercatezza, e stento, volendolo fare per istituto e per argomento, lasciando stare la noia che deve nascere dalla lettura di una poesia tutta diretta a un uffizio proprio di un' altra arte, e perciò e inferiore a questa, malgrado qualunque studio, e stentata, e tediosa per la continuazione di una cosa che non appartenendole, non può esser troppo lunga, al contrario di quelle che le appartengono, nelle quali nessuno biasima che [la] poesia si ravvolga tutta intera" (Zib., I, p. 79.)

Tuttavia, come si può evincere dalla riflessione appena riportata, l'interesse di Leopardi per il disegno e le arti figurative nasce in funzione della poesia e della letteratura, la quale, ovviamente, era la forma di espressione prediletta dall'autore.

Eppure la formazione intellettuale di Leopardi comprendeva anche l'apprendimento della pratica del disegno: il celebre poeta, infatti, produsse a sua volta disegni a penna e ritratti, oltre a sviluppare un certo interesse per l'ottica, l'urbanistica e l'illusionismo.
Questa pluralità di interessi conferma inequivocabilmente l'intento tipicamente leopardiano di essere innanzitutto padrone della tecnica in ogni campo dello scibile, in modo da affrancare lo spirito creativo da eventuali condizionamenti e limitazioni, in modo da ampliare gli orizzonti del pensiero umano verso l'infinito.

mercoledì 27 maggio 2020

La città ideale -#STEP19

"Una città ideale è il concetto di un insediamento urbano (progettato, o solo immaginato, raramente messo in pratica) il cui disegno urbanistico riflette, secondo uno schema prevalentemente geometrico, criteri e principi astratti di razionalità e funzionalità, o un'impostazione scientifica. Questi caratteri spesso si accompagnano a una tensione ideale e filosofica, o a una forte carica utopica."

 Città ideale (fine XV sec.), dipinto di anonimo fiorentino, conservato al Walters Art Museum di Baltimora.

Il tema della città ideale è il frutto dell'unione tra due elementi insiti nella natura dell'essere umano: la capacità immaginativa e il desiderio di ordine e perfezione. Infatti, i progetti per una società ideale risalgono sin dall'antichità, per esempio ne troviamo tracce nel pensiero di Platone, e si sono sviluppati sino ai giorni nostri, adeguandosi alle necessità di ogni epoca in cui sono stati tracciati.


In epoca rinascimentale, la città riacquista il ruolo di perimetro e crocevia dell'agire storico dell'uomo: nello spazio delimitato della "città" dovevano idealmente convergere diverse aspirazioni ed esigenze, sia funzionali che estetiche.

Ovviamente, il tema della città ideale suscitò particolare interesse in una delle figure più importanti del '500 italiano: Leonardo da Vinci.
Leonardo voleva una città comoda e spaziosa, ben ordinata nelle strade, con alte mura, torri e merli che sopperissero alle necessità ma che allo stesso tempo donassero una certa bellezza architettonica allo spazio urbano. 
Ricercò un'organizzazione dello spazio perlopiù funzionale, in modo da dar soluzione ai diversi problemi della vita quotidiana, per esempio il traffico, gli approvvigionamenti e le esigenze igienico-sanitarie.
Vista la necessità di proteggere la popolazione dalle malattie contagiose, propose un tessuto urbano molto più aperto, caratterizzato da strade ampie e rettilinee e da una presenza capillare di corsi d'acqua, navigabili e regolati da chiuse e conche. La città, infatti, sarebbe sorta in prossimità di un fiume, la cui acqua sarebbe stata convogliata nel centro abitato mediante una rete di canali, grazie ai quali si provvedeva innanzitutto alla pulizia e al deflusso dei liquami, per i quali venne studiato un vero e proprio sistema fognario sviluppato a livello sotterraneo. I canali assunsero anche altre importanti funzioni come quella di garantire le comunicazioni e di agevolare gli approvvigionamenti.

Leonardo da Vinci, città su due livelli,
Manoscritto B dell'Institut de France di Parigi




martedì 26 maggio 2020

L' "Angelus novus" e il concetto di "storia" di Walter Benjamin -#STEP18

"C’è un quadro di Klee che s’intitola "Angelus Novus". Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che gli non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta." (Tesi di filosofia della storia, 1940)

Angelus Novus, Paul Klee, 1920,
The Israel Museum, Jerusalem
Da un disegno apparentemente semplice scaturisce una riflessione molto profonda, filosofica ma anche fisica, sul concetto di "storia" e di "tempo".
In queste parole, il filosofo e critico letterario Walter Benjamin esplica la sua visione messianica della storia, determinata dal concetto di "tempo-ora".
Benjamin ritiene che il tempo non sia costituito da una sorta di linea che procede in una direzione, come viene spesso rappresentato nei libri di storia o nei grafici dei processi fisici. Anzi, per Benjamin è falso che la storia sia un processo continuo e uniforme nel tempo. Inoltre, ritiene che tale processo non sia accrescitivo e progressivo, e che è quindi insensata la pratica dell'uomo di collocare progetti e aspirazioni in "avanti". 
Secondo Benjamin, "alla redenzione umano-sociale si deve essere spinti, invece, dalla visione del passato, fatto da cumuli di rovine e così orrendo esercitare in chi sa voltarsi a guardarlo, come l'Angelus Novus, una spinta irresistibile verso un futuro diverso."
Il passato a cui guarda il soggetto dell'opera di Klee non è un dato fissato e immobile, ma si inserisce anche nel futuro, nella
"vita postuma" dell'accadere storico.

sabato 23 maggio 2020

Teatri di macchine

I “Teatri di macchine" sono libri del '500 caratterizzati da un grande numero di immagini per raggiungere vasti pubblici. Sono libri a stampa, riccamente illustrati, che aprendosi al lettore come si apre il sipario sulla scena (e molti nel frontespizio ripropongono le architetture teatrali) lo introducono ai saperi più nuovi e curiosi.
Il genere dei “teatri” ha mantenuto grande successo per tutto il Sei e Settecento.

In questi libri, i tecnici e gli ingegneri promuovono le proprie innovazioni, descrivendo le macchine e gli strumenti attraverso il linguaggio del disegno tecnico: per la prima volta appaiono le proporzioni tra la rappresentazione di una macchina e la realtà, e i disegni non sono più in prospettiva, ma in assonometria, la quale rende possibile la misura della terza dimensione. Il disegno tecnico, da semplice raffigurazione, diventa modello di un oggetto che può essere costruito.

Dalla metà del Cinquecento le biblioteche si arricchiscono di teatri del mondo, delle città, anatomici, geografici, astronomici, chimici, botanici, farmaceutici, matematici.
Il primo a inaugurare questo "genere" fu Jacques Besson, matematico francese (Lione, 1569), a cui seguiranno Agostino Ramelli, Vittorio Zonca, Giovanni Branca, per citarne alcuni.

Inizialmente all'interno di questi volumi si trovavano disegni perlopiù naturalistici, con operai che muovevano le macchine per spiegarne l'applicazione e il funzionamento, ed erano spesso accompagnati da didascalie brevi e precise, in modo da lasciar parlare l'immagine il più possibile.
Verso l'inizio del '700, invece, si hanno disegni più ingegneristici, precisi e accurati, spiegati da didascalie approfondite.

Due volumi importanti del ‘600 sono il Novo Teatro di Machine et Edificii  di Vittorio Zonca del 1607 e il Theatrum machinarum novum di Georg Andreas Bockler del 1662.
Macchina da stampa per libri



Quello dello Zonca, stampato postumo, è il primo “teatro di macchine” che spiega in modo approfondito le ragioni del funzionamento dei congegni illustrati.
In questa opera troviamo misurazioni in scala, e alcune descrizioni di macchine realmente esistite.
Poco sappiamo della vita dell’autore: egli fu forse scultore, e divenne architetto della città di Padova e responsabile delle grandi opere tecniche dell'arsenale della Repubblica di Venezia.
La sua opera affascinò profondamente il Galilei che in quegli anni insegnava architettura militare.
Morì a soli 34 anni. La sua opera fu innovativa per la presenza della "legenda" e per la "scala grafica" che appare per la prima volta.




Mulino a vento

 Bockler fu un architetto e ingegnere tedesco specializzato in   idraulica. Lavorò nella città di Norimberga e nel 1661 scrisse   il Theatrum Machinarum Novum, un importante lavoro su mulini,   pompe e altre macchine idrauliche.
 Le 154 tavole incise presenti nell'opera mostrano nel dettaglio tutti   gli elementi meccanici, anticipando la chiarezza espositiva delle   illustrazioni dell'Encyclopedie, che possono essere considerate   apogeo e fine del genere dei teatri.


mercoledì 20 maggio 2020

L'origine del fumetto: Thomas le Myésier

Ramon Lull (italianizzato in Raimondo Lullo, 1232-1316) fu teologo, filosofo, mistico e missionario catalano la cui missione principale era convertire gli ebrei e gli islamici al cristianesimo: in questa prospettiva elaborò la sua ars combinatoria, una logica universale, capace di scoprire e dimostrare la verità partendo dai termini semplici e combinandoli in modo matematico. La logica combinatoria di Lullo e le sue tecniche di memoria ebbero larga influenza sino al 17° secolo.

Thomas Le Myésier (? - Arràs, 11 settembre 1336) era un discepolo di Ramon Llull che compilò le opere del suo maestro, l'Electorium, oltre a coordinare la creazione del sommario con miniature di la vita di Llull, il Breviculum.




Il prezioso Breviculum, oggi conservato presso la Badische Landesbibliotek di Karlsruhe (si può vedere e scaricare qui) è “un’edizione in figura” composta da 12 illustrazioni a piena pagina, concepite e ordinate graficamente da Thomas Le Myésier per divulgare la vita e l’opera di Lullo. E' un manoscritto in cui l'autore fa largo uso di immagini, spesso accompagnate da didascalie, di cui si serve per trasporre in forma visiva i concetti espressi dal suo maestro. Le parole escono dalla bocca dei personaggi, come in una sorta di fumetto: Le Myésier guida il lettore a una corretta lettura temporale e sequenziale, attraverso una “visualizzazione del dialogo” tra i personaggi raffigurati, che scandisce l’ordine dei “parlanti” con lettere (a, b…) e distingue i dialoghi e le didascalie esplicative con inchiostri di diverso colore (rosso, nero, verde).

La tavola è quasi sempre divisa in due o tre “vignette” ripartite verticalmente che definiscono ruoli, importanza e posizione sociale degli “attori” ma indicano anche tempi diversi dell’azione. Per marcare i confini spaziali e temporali, inoltre, utilizza “artifici” grafici che diventano veri e propri elementi e oggetti della scena (alberi, colonne, torri, scale appoggiate, aste di bandiere, bastoni regali). Ma Le Myésier applica anche una sorta di metagrafica fatta di grafi e “schemi e dispositivi allegorici” disponendo i principi lulliani in ordine gerarchico, e anticipa le frecce direzionali usate per suggerire - quando potrebbe risultare ambiguo - l’ordine di lettura delle vignette a fumetti.

Nell'opera di Le Myésier, forme di scrittura e forme parlanti convivono o si alternano in un confine labile tra scrittura e oralità: nelle immagini del Breviculum la parola disegnata come raffigurazione grafica di ciò che si dice rimanda alla tradizione dell’oralità, e la predicazione religiosa scritta in latino si sposa a una traduzione più comprensibile, “fumettata”, in lingua volgare, assumendo una funzione più teatrale.



Fonti:

lunedì 18 maggio 2020

L'abbecedario del disegno -#STEP17

A                                                   H                                              Q
Arte                                              Hobby                                    Quadro

B                                                   I                                               R
Bozzetto                                       Immaginazione                   Rappresentazione

C                                                   L                                             S
Calcolo grafico                            Le Myésier Thomas               Studio

D                                                   M                                            T
Divino                                          Minimalismo                        Taccuino

E                                                   N                                              U
Escher M.C.                                 Nero                                        Urbanistica   

F                                                   O                                             V
Fumetto                                        Ombra                                   Vignetta

G                                                  P                                              Z
Geometria                                    Progetto                                 Zonca Vittorio



domenica 17 maggio 2020

Milo Manara: "Lockdown Heroes"

Gli eroi al femminile della lotta contro il Coronavirus diventano un libro grazie alla matita di Milo Manara. Per Feltrinelli Comics uscirà "Lockdown Heroes", che raccoglie le illustrazioni realizzate durante l'emergenza. Grazie a un progetto del disegnatore, in collaborazione con Feltrinelli Comics e dedicato alle donne in prima linea contro il virus, verranno donati in beneficenza agli ospedali di Milano, Napoli e Padova parte dei ricavi delle vendite del volume.

Articolo: https://tg24.sky.it/lifestyle/2020/05/15/coronavirus-milo-manara-lockdown-heroes


sabato 16 maggio 2020

Gene Colan: il "Decano" del fumetto -#STEP16

Gene Colan
Gene Colan nacque a New York nel 1926.
Negli anni ’60, iniziò a lavorare per la Marvel con uno pseudonimo (Adam Austin) realizzando alcune storie di Iron Man e Sub-Mariner.
Quando poté utilizzare il suo vero nome, Colan diede vita a un lungo e indimenticabile ciclo di Daredevil: disegnò le storie di Devil in maniera continuativa per molti anni, fino al 1973 e poi sporadicamente tra il 1974 e il 1979, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Decano”. 

Vista la sua prolificità (realizzava due pagine al giorno, lavorando sette giorni su sette) in quegli anni Colan ebbe comunque modo di dedicarsi ad altri importanti personaggi come Capitan Marvel, Dottor Strange e Capitan America. Sulle pagine della testata dedicata a quest’ultimo creò, insieme all'immancabile Stan Lee, Falcon, primo supereroe afroamericano della storia del fumetto statunitense.

Negli anni '70, Colan realizzò l’intera serie Marvel (70 numeri) dedicata a Dracula, ma all'inizio degli anni ’80 andò a lavorare per la DC Comics per la quale realizzò svariate storie di Batman e Wonder Woman.

Gene Colan è scomparso il 23 giugno 2011, a quasi 85 anni. In vita, il suo cruccio più grande era stato quello di realizzare le migliori tavole a fumetti possibili, lavorando anche a ritmi impensabili per altre persone e assumendo anfetamine per tenersi vigile. Quando – negli ultimi anni di età – gli fu chiesto per che cosa volesse essere ricordato, la sua risposta fu esemplificativa di questa sua modesta e costante dedizione al lavoro: «Per aver fatto un buon lavoro su tutto ciò che ho disegnato».

Daredevil


The tomb of Dracula


















giovedì 14 maggio 2020

Il disegno del futuro del pianeta: 11 scenari possibili -#STEP15

Nel 1972 uscì un libro considerato da alcuni profetico, da altri catastrofista. Il titolo italiano era I limiti dello sviluppo, traduzione del volume The Limits of Growth, un rapporto commissionato al MIT dal Club di Roma e stilato da  Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e William W. Behrens III. Basato sulla simulazione al computer World3, il libro prediceva le conseguenze della continua crescita della popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla stessa sopravvivenza della specie umana.
Gli autori del rapporto ricavano dai risultati ottenuti un disegno sui possibili scenari a cui la Terra andrebbe incontro se non si prendessero le giuste precauzioni volte ad evitarli.

0) Input e Output infiniti: Viene usato solo per mostrare che, se si assume che le risorse necessarie alla produzione industriale ed il conseguente inquinamento diminuiranno sempre più, che la produttività della terra aumenterà indefinitamente, che lo spazio sottratto all'agricoltura dagli insediamenti abitativi diminuirà progressivamente, allora non ci sono limiti allo sviluppo. Tali ipotesi vengono considerate altamente irrealistiche.

1) Crisi delle risorse non rinnovabili: Per il consumo di materie prime, si osserva un graduale progresso che viene però bruscamente interrotto, nella prima metà del XXI secolo, dal costo sempre crescente delle risorse non rinnovabili (combustibili: petrolio, carbone, gas naturale, combustibile nucleare etc.) e della necessità di dedicare crescenti spese allo sfruttamento di risorse sempre più scarse e sempre meno accessibili.

2) Crisi da inquinamento: Si modifica lo scenario 1 ipotizzando la presenza di giacimenti non ancora scoperti e un loro sfruttamento prolungato; in questo caso però il progresso viene bruscamente interrotto per effetto dell'inquinamento, che avrebbe conseguenze negative sia dirette (sulla salute umana) sia indirette, queste ultime soprattutto per la diminuzione della fertilità del suolo.

3) Crisi alimentare: Si modifica lo scenario 2 ipotizzando che il progresso tecnologico consenta di ridurre progressivamente l'inquinamento. Si ha ancora una crisi, in quanto la popolazione cresce comunque più rapidamente della produzione agricola. Ciò accade sia perché la tecnologia affronta con ritardo le varie forme d'inquinamento, sia perché gli insediamenti abitativi sottraggono terreno all'agricoltura.

4) Crisi da erosione: Si modifica lo scenario 3 aggiungendo un impiego della tecnologia per sostenere la produttività agricola della terra, ma il crescente sfruttamento della terra provoca un collasso nella produttività agricola per via dell'erosione dei suoli.

5) Crisi multipla: Si modifica lo scenario 4 aggiungendo interventi per proteggere la terra dall'erosione, ma si ottiene comunque un collasso per effetto di più crisi: scarsità di risorse naturali e di cibo, costi crescenti.

6) Crisi da costi: Si modifica lo scenario 5 aggiungendo tecnologie per l'economizzazione delle risorse naturali. Si ritarda la crisi che però incombe comunque, alla fine del XXI secolo, per i costi crescenti degli interventi finalizzati a sostenere la produzione agricola e per contrastare l'inquinamento, l'erosione e la scarsità delle risorse naturali.

7) Programmazione familiare: Si torna allo scenario 1 per esaminare gli effetti di possibili misure atte ad evitare gli esiti degli scenari precedenti: se tutte le coppie del mondo decidessero di avere in media due figli in modo da ridurre l'impatto di una crescita esponenziale della popolazione, si garantirebbero migliori condizioni di vita, ma si avrebbe comunque un'inversione di tendenza a causa del crescente inquinamento.

8) Moderazione degli stili di vita: Se tutti nel mondo si attestassero su un livello di consumi poco superiore a quello "medio" dell'anno 2000, si otterrebbero favorevoli condizioni per circa un trentennio, ma si perverrebbe poi comunque ad un collasso a causa di un'impronta ecologica troppo elevata.

9) Utilizzo più efficiente delle risorse naturali: Si modifica lo scenario 8 aggiungendo l'abbattimento dell'inquinamento, l'accrescimento della resa delle terre con tutela dei suoli, l'economizzazione delle risorse naturali. L'effetto è nettamente migliore, grazie alla minore pressione demografica ed alla moderazione nei consumi, al punto che si delinea una situazione sostenibile prima della metà del XXI secolo. Si tratta, secondo gli autori, di uno scenario concretamente perseguibile ed anche desiderabile.

10) Tempestività: Lo scenario 10 è in tutto analogo allo scenario 9 con una sola differenza: s'ipotizza che le azioni lì intraprese siano state poste in essere già nel 1982. L'effetto è ancora migliore, in quanto si raggiunge una situazione sostenibile già all'inizio del XXI secolo e con minori oscillazioni.

Obiettivi per lo sviluppo sostenibile elaborati dalle Nazioni Unite

Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_sui_limiti_dello_sviluppo
https://www.focus.it/ambiente/natura/i-limiti-dello-sviluppo-quarant-anni-dopo-591573

sabato 9 maggio 2020

"Illuminated printing"

William Blake (1757-1827) è una delle figure più complesse del panorama letterario inglese. Poeta, pittore e incisore, venne spesso considerato pazzo a causa della sua vita eccentrica e delle visioni che disse di aver avuto in gioventù.
I Libri Miniati: L'introduzione di Songs of
Innocence and Experience
Iniziò a studiare disegno all'età di 10 anni e nel tempo sviluppò la passione per lo stile gotico, il quale meglio si adattava alla sua idea di arte viva e spirituale. Ruppe ogni convenzione dell'epoca (rappresentazione realistica, prospettiva, proporzionalità...), creando così un nuovo tipo di arte che enfatizzava il potere dell'immaginazione, cruciale per l'artista. Blake infatti riteneva che l'immaginazione fosse l'unico mezzo attraverso il quale l'uomo può conoscere il mondo e considerava la figura del poeta un profeta che, in virtù delle sue capacità creative, poteva conoscere la realtà più a fondo e tentava di avvertire gli uomini dei mali della società. Infatti, come reazione al materialismo che si stava propagando a causa dello sviluppo industriale dell'epoca, nei suoi scritti trapela l'invito a vivere una vita all'insegna della creatività e dell'immaginazione.
Dal punto di vista letterario, fu profondamente influenzato dalla Bibbia, la quale presentava una visione totale del mondo e dell'uomo. Ma non solo, Blake riteneva che la poesia fosse indissolubilmente legata a un'altra forma d'arte: il disegno. Le sue opere infatti contengono testi poetici accompagnati da immagini, perlopiù incisioni a stampa colorate a mano, che lui stesso chiamò illuminated printing (stampa miniata).

Satan Watching the Endearments of Adam
and Eve (1808), versione da "Butts set"


Le illustrazioni Paradise Lost di John Milton dimostrano il suo impegno critico con il testo, in particolare i suoi sforzi per riscattare gli "errori" che ha percepito nel lavoro del suo predecessore.  Ad esempio, in Satan Watching the Endearments of Adam and Eve (1808), Blake sembrava
impegnarsi a correggere l'intenzione di Milton di dare a Satana il ruolo di protagonista del poema: Satana occupa una posizione isolata nella parte alta dell'illustrazione, mentre il centro è occupato da Adamo ed Eva. Come per enfatizzare l'effetto di questa contrapposizione, Blake mostra Adamo ed Eva mentre si abbracciano, mentre Satana può al massimo accarezzare il serpente, del quale sta per assumere l'identità.



L'incarico di illustrare l'Inferno di Dante fu affidato a Blake nel 1824. Le illustrazioni del poema realizzate da Blake non si presentano come un semplice accompagnamento del testo, ma sembrano piuttosto rivederlo criticamente, e fungere da commentario degli aspetti spirituali e morali dell'opera. In questo secondo caso, però, dato che il progetto non fu mai portato a termine, quale fosse l'intento di Blake è meno chiaro.
Beatrice mostra la via a Dante - Illustrazione di
William Blake della Divina Commedia
Blake sembra non concordare con l'ammirazione che Dante prova per le opere poetiche dell'antica Grecia e prendere le distanze dall'apparente gioia con cui il sommo poeta nell'Inferno assegna le punizioni ai dannati (come mostra l'umorismo macabro che traspare dai canti).
Allo stesso tempo però, Blake condivide la sfiducia di Dante verso il materialismo e gradì in maniera evidente l'opportunità di rappresentare graficamente l'atmosfera e l'immaginario dell'opera del poeta fiorentino. Anche se era evidente che fosse vicino alla morte, la preoccupazione principale di Blake fu comunque di continuare il suo febbrile lavoro sulle illustrazioni, e si dice che abbia speso uno dei suoi ultimi scellini per acquistare una matita per realizzarle.


Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/William_Blake
https://en.wikipedia.org/wiki/William_Blake%27s_illustrations_of_Paradise_Lost
Only connect... new directions vol.2 di Marina Spiazzi e Marina Tavella

venerdì 8 maggio 2020

"Philographics"

"Viviamo nell'era della brevità, dove velocità e sintesi sono l'essenza della comunicazione. Allora perché scervellarsi tanto sui libri di filosofia, quando basta un disegno a spiegare i concetti più complessi? Il designer Genís Carreras ci ha provato con il progetto Philographics: immagini minimali che racchiudono ciò che secondo l'autore è l'essenza di alcune delle principali correnti di pensiero." (articolo tratto da Focus: https://www.focus.it/cultura/curiosita/philographics-la-filosofia-all-osso?gimg=2#img2)


giovedì 7 maggio 2020

Un disegno per le Molinette -#STEP14

Il fumettista e animatore giapponese Leiji Matsumoto, padre del celeberrimo Capitan Harlock, realizza un disegno per ringraziare il personale dell'ospedale Molinette di Torino. L'opera è stata messa all'asta e il ricavato andrà interamente all'ospedale.

Articolo da cui è tratta l'immagine

Articolo: https://www.lastampa.it/torino/2020/04/19/news/coronavirus-un-disegno-di-matsumoto-all-asta-per-le-molinette-1.38737401

mercoledì 6 maggio 2020

L'importanza del grafico -#STEP13

Leggere e costruire grafici è una competenza fondamentale nello studio delle materie scientifiche, difatti rientra nella prima voce nell'elenco dei nuclei tematici fondamentali del nuovo Quadro di Riferimento per l’esame di Stato (DM 769 del 26 novembre 2018).

Il grafico è uno strumento molto potente per illustrare l'andamento dei dati. Con l'esercizio, da un grafico è possibile estrarre a colpo d'occhio numerose informazioni in modo molto più agevole rispetto a una tabella. E' possibile ad esempio determinare gli intervalli e la velocità con cui la variabile dipendente aumenta e diminuisce, l'andamento dei dati, l'esistenza o meno di relazioni tra di essi, l'incertezza su ogni misura ecc. (un video a riguardo: https://www.youtube.com/watch?v=zu5oet2hH_8).

Inoltre, la rappresentazione grafica risulta fondamentale in matematica: dal momento che i concetti matematici non esistono nella realtà concreta (il punto P, il numero 3...), nell'insegnamento di questa materia la semiotica (rappresentazione dei concetti mediante un sistema di segni) è considerata una caratteristica necessaria per garantire il primo passo verso la noetica (apprendimento dei concetti). Per esempio, il concetto più generale di retta come insieme infinito di punti è molto astratto, ma se si associa a questa definizione un disegno, al quale si associa a sua volta una funzione, si esemplifica largamente la comprensione di questo ente geometrico.

Il ricorso a un grafico permette sia di rappresentare sia di effettuare direttamente alcune operazioni di matematica: i procedimenti di calcolo grafico abbracciano vasti settori del calcolo matematico e hanno trovato larga applicazione nella statistica, nella tecnica ecc. per la loro rapidità e praticità. Rientrano in questo campo i procedimenti di interpolazione e di estrapolazione grafica, di derivazione e di integrazione grafica, la nomografia, la statica grafica, e in senso lato anche la geometria descrittiva con i suoi metodi grafici per la risoluzione dei problemi geometrici.

Tra le curve più note e utilizzate nello studio di dati vi sono, oltre alle classiche retta, parabola, iperbole, esponenziale e così via, la curva di Gauss, la versiera (o curva di Agnesi), la curva di Phillips e molte altre più o meno note che rappresentano correlazioni tra dati in modo sempre differente e significativo.
Phillips curve - Wikipedia
Curva di Phillips

Curva di Gauss


















Versiera

Fonti:

venerdì 1 maggio 2020

Giovanni Calvino: il disegno di Dio -#STEP12

"Il patto di grazia non è predicato a tutti in modo uguale, e anche laddove è predicato esso non è ricevuto da tutti allo stesso modo; una tal diversità rivela il mirabile segreto del piano di Dio: indubbiamente questa diversità deriva dal fatto che così gli piace. Se è  evidente che per volere di Dio la salvezza è offerta agli uni mentre gli altri ne sono esclusi, da ciò nascono grandi e gravi questioni che non si possono risolvere se non insegnando ai credenti il significato dell'elezione e della predestinazione di Dio." (Giovanni Calvino, Istituzione della religione cristiana, Libro III, cap.21, 1559).

Ritratto di Calvino
La dottrina della predestinazione è una delle più celebri e note del teologo e umanista francese Giovanni Calvino (1509-1564), massimo riformatore religioso del cristianesimo protestante e nome a cui si rifà il calvinismo.
Calvino pensa che Dio, eterno e fuori dal mondo a noi scibile, ha eletto alcuni credenti secondo la sua volontà assoluta, predestinandoli alla salvezza eterna. Nulla può fare l'uomo per modificare il disegno assoluto di Dio: alcuni saranno destinati alla salvezza, altri alla morte secondo la somma volontà del Signore. Ognuno di noi è già predestinato sin dalla nascita da Dio e ogni ricerca circa le motivazioni di questa scelta divina è totalmente inutile. 
Proprio in virtù del fatto che la natura dell'uomo è già corrotta dal peccato originale, la salvezza la potrà ottenere solo per un'azione libera e gratuita di Dio, poiché l'uomo da solo non può fare che il male. L'essere umano allora non possiede alcun libero arbitrio. Per Calvino accettare il libero arbitrio dell'uomo significa negare la libertà e onnipotenza divina.
L'unico segno dell'elezione divina è la fede donata da Dio mediante la grazia. Infatti gli unici certi del proprio destino sono coloro «a cui Dio non solo offre la salvezza, ma dà anche una certezza tale, per cui la realtà non può essere incerta né dubbia [...] nell'adozione della discendenza di Abramo è apparso chiaramente il favore generoso di Dio, che egli ha negato a tutti gli altri; ma la grazia accordata ai membri di Gesù Cristo ha ben altra preminenza di dignità, poiché essendo uniti al loro capo, non sono mai tagliati fuori dalla loro salvezza» (III, 21, 6).


Fonti:
https://lasfingedibumbury.blogspot.com/search/label/Predestinazione
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Calvino#III_libro:_lo_Spirito_Santo
http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/CalvinoIstituzioneReligioneCristiana.pdf