Tuttavia, esistono disegni i cui propositi e/o soggetti possono risultare oltraggiosi e scatenare controversie. Se si tratta poi di disegni pubblicati su scala internazionale e visti da milioni di persone, gli effetti causati da un'immagine offensiva possono essere gravissimi, talvolta catastrofici.
Ne è un esempio la serie di attacchi e attentati alla sede di Charlie Hebdo, periodico satirico settimanale francese dallo spirito "caustico e irriverente". La testata, fondata nel 1970, pubblica vignette e articoli caustici e dissacranti nei riguardi della politica (soprattutto soggetti di estrema destra) e ogni tradizione religiosa (in particolare il cristianesimo, l'Islam e l'ebraismo).
La testata è sempre stata mal vista dagli estremisti islamici, i quali ritenevano alcune vignette riguardanti la loro religione offensive e oltraggiose. Ad esempio l'immagine riportata a lato è una vignetta pubblicata dal giornale Jyllands-Posten, rappresentante Maometto che dice "100 frustate se non muori dalle risate". Tale vignetta aveva scatenato forti proteste, e venne ripubblicata da Charlie Hebdo, modificando il titolo in "Charia Hebdo", gioco di parole tra Shari'a e il nome del giornale.
"Il 7 gennaio 2015, attorno alle ore 11.30, un commando di due uomini armati con fucili d'assalto Kalashnikov fece irruzione nei locali della sede del giornale, durante la riunione settimanale di redazione, sparando sui presenti. Nell'attentato, che è stato rivendicato da Al-Qāʿida nella Penisola Arabica (o Ansar al-Sharia), branca yemenita dell'organizzazione stessa, sono morte dodici persone e undici sono rimaste ferite."
Sull'argomento "etica e satira" ho trovato un articolo con un'intervista al professore e giornalista Sergio Gessi in cui si discute ampiamente il tema della libertà di espressione, con particolare riguardo all'attentato a Charlie Hebdo.
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