sabato 23 maggio 2020

Teatri di macchine

I “Teatri di macchine" sono libri del '500 caratterizzati da un grande numero di immagini per raggiungere vasti pubblici. Sono libri a stampa, riccamente illustrati, che aprendosi al lettore come si apre il sipario sulla scena (e molti nel frontespizio ripropongono le architetture teatrali) lo introducono ai saperi più nuovi e curiosi.
Il genere dei “teatri” ha mantenuto grande successo per tutto il Sei e Settecento.

In questi libri, i tecnici e gli ingegneri promuovono le proprie innovazioni, descrivendo le macchine e gli strumenti attraverso il linguaggio del disegno tecnico: per la prima volta appaiono le proporzioni tra la rappresentazione di una macchina e la realtà, e i disegni non sono più in prospettiva, ma in assonometria, la quale rende possibile la misura della terza dimensione. Il disegno tecnico, da semplice raffigurazione, diventa modello di un oggetto che può essere costruito.

Dalla metà del Cinquecento le biblioteche si arricchiscono di teatri del mondo, delle città, anatomici, geografici, astronomici, chimici, botanici, farmaceutici, matematici.
Il primo a inaugurare questo "genere" fu Jacques Besson, matematico francese (Lione, 1569), a cui seguiranno Agostino Ramelli, Vittorio Zonca, Giovanni Branca, per citarne alcuni.

Inizialmente all'interno di questi volumi si trovavano disegni perlopiù naturalistici, con operai che muovevano le macchine per spiegarne l'applicazione e il funzionamento, ed erano spesso accompagnati da didascalie brevi e precise, in modo da lasciar parlare l'immagine il più possibile.
Verso l'inizio del '700, invece, si hanno disegni più ingegneristici, precisi e accurati, spiegati da didascalie approfondite.

Due volumi importanti del ‘600 sono il Novo Teatro di Machine et Edificii  di Vittorio Zonca del 1607 e il Theatrum machinarum novum di Georg Andreas Bockler del 1662.
Macchina da stampa per libri



Quello dello Zonca, stampato postumo, è il primo “teatro di macchine” che spiega in modo approfondito le ragioni del funzionamento dei congegni illustrati.
In questa opera troviamo misurazioni in scala, e alcune descrizioni di macchine realmente esistite.
Poco sappiamo della vita dell’autore: egli fu forse scultore, e divenne architetto della città di Padova e responsabile delle grandi opere tecniche dell'arsenale della Repubblica di Venezia.
La sua opera affascinò profondamente il Galilei che in quegli anni insegnava architettura militare.
Morì a soli 34 anni. La sua opera fu innovativa per la presenza della "legenda" e per la "scala grafica" che appare per la prima volta.




Mulino a vento

 Bockler fu un architetto e ingegnere tedesco specializzato in   idraulica. Lavorò nella città di Norimberga e nel 1661 scrisse   il Theatrum Machinarum Novum, un importante lavoro su mulini,   pompe e altre macchine idrauliche.
 Le 154 tavole incise presenti nell'opera mostrano nel dettaglio tutti   gli elementi meccanici, anticipando la chiarezza espositiva delle   illustrazioni dell'Encyclopedie, che possono essere considerate   apogeo e fine del genere dei teatri.


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