Angelus Novus, Paul Klee, 1920, The Israel Museum, Jerusalem |
In queste parole, il filosofo e critico letterario Walter Benjamin esplica la sua visione messianica della storia, determinata dal concetto di "tempo-ora".
Benjamin ritiene che il tempo non sia costituito da una sorta di linea che procede in una direzione, come viene spesso rappresentato nei libri di storia o nei grafici dei processi fisici. Anzi, per Benjamin è falso che la storia sia un processo continuo e uniforme nel tempo. Inoltre, ritiene che tale processo non sia accrescitivo e progressivo, e che è quindi insensata la pratica dell'uomo di collocare progetti e aspirazioni in "avanti".
Secondo Benjamin, "alla redenzione umano-sociale si deve essere spinti, invece, dalla visione del passato, fatto da cumuli di rovine e così orrendo esercitare in chi sa voltarsi a guardarlo, come l'Angelus Novus, una spinta irresistibile verso un futuro diverso."
Il passato a cui guarda il soggetto dell'opera di Klee non è un dato fissato e immobile, ma si inserisce anche nel futuro, nella
"vita postuma" dell'accadere storico.
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