Dal 1962 la Giornata mondiale del disegno si celebra il 27 aprile, secondo un’iniziativa del Consiglio Internazionale delle Associazioni di Disegno Grafico. Un'intera giornata dedicata alla celebrazione di questa forma espressiva spesso sottovalutata e ritenuta "infantile", ma che in realtà è applicabile a svariati campi della realtà ed è stato da sempre fondamentale nello sviluppo della civiltà umana.
Un articolo a riguardo: https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/04/27/giornata-disegno-benefici.html
lunedì 27 aprile 2020
sabato 25 aprile 2020
Tra arcobaleni e ringraziamenti: i disegni dei bambini ai tempi del Covid-19 -#STEP11
Il disegno è stata la prima forma di espressione non verbale dell’uomo. Ogni bambino impara prima a disegnare e, solo successivamente, a scrivere. Per loro è una forma di comunicazione e sul foglio bianco imprimono sentimenti, timori, speranze sotto forma di rappresentazioni di oggetti e situazioni a loro comuni.
In questo periodo così particolare il disegno è diventato fondamentale per i bambini, i quali attraverso le matite e i pennarelli esprimono speranze per il futuro, il desiderio di tornare alla normalità e le nuove abitudini che si trovano ad affrontare. Ed è proprio un arcobaleno, il disegno per eccellenza di ogni bambino, il simbolo di questa pandemia, accompagnato dallo slogan "andrà tutto bene", riportati su striscioni appesi nei balconi delle case di migliaia di italiani alla prese con questa dura quarantena. Un tocco di colore e ottimismo tra le strade vuote e silenziose delle città italiane.
In questo periodo così particolare il disegno è diventato fondamentale per i bambini, i quali attraverso le matite e i pennarelli esprimono speranze per il futuro, il desiderio di tornare alla normalità e le nuove abitudini che si trovano ad affrontare. Ed è proprio un arcobaleno, il disegno per eccellenza di ogni bambino, il simbolo di questa pandemia, accompagnato dallo slogan "andrà tutto bene", riportati su striscioni appesi nei balconi delle case di migliaia di italiani alla prese con questa dura quarantena. Un tocco di colore e ottimismo tra le strade vuote e silenziose delle città italiane.
sabato 18 aprile 2020
Un film interamente disegnato ad olio -#STEP10
"Loving Vincent" (2017) è il primo film interamente dipinto ad olio. Scritto e diretto da Dorota Kobiela e Hugh Welchman.
"Una presentazione da parte del direttore/produttore Hugh Welchman, il quale descrive il "dietro le scene" della produzione del film interamente dipinto a mano nello stile di Vincent Van Gogh."
Per quanto riguarda il neo mondo delle serie tv, tanto in voga di questi tempi, andare a questo link, in cui è presente il mio esperimento nella scrittura della trama di una serie tv sul concetto in esame.
mercoledì 15 aprile 2020
"Chi ha paura del disegno?" -#STEP09
"Quando si pensa all'arte italiana vengono subito in mente affreschi, olii su tela e sculture di marmo: difficilmente si pensa ai disegni. Se poi per caso viene citato il disegno come forma d’arte nella storia italiana, si penserà forse alle bozze di Leonardo da Vinci, poco probabilmente a qualche artista del Novecento. Nel secolo scorso tuttavia molti artisti noti soprattutto per la pittura e la scultura hanno anche disegnato, e non solo per progettare opere che poi avrebbero preso altre forme", recita un articolo de Il Post intitolato Avete mai visto una mostra di disegni?
L'articolo infatti tratta di una mostra esclusivamente dedicata al disegno tenutasi nel 2018-19 nel Museo del Novecento di Milano dal titolo volutamente provocativo e che ironizza sulla scarsa considerazione riservata a questa forma d'arte: Chi ha paura del disegno?
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Umberto Boccioni (1882-1916) Controluce (1910), matita grafite e inchiostro nero su carta, Museo del Novecento di Milano (Collezione Ramo) |
sabato 11 aprile 2020
Platone e il disegno di uno Stato ideale -#STEP08
In una delle sue più celebri opere, La Repubblica, Platone descrive dettagliatamente il suo progetto di uno Stato ideale.
PLATONE, La Repubblica, 500 - 501: "Chi è veramente tutto preso nella contemplazione di ciò che è, non avrebbe neppure il tempo per volgere giù lo sguardo sull'affaccendarsi degli uomini e combattendo con essi riempirsi d'odio e di malanimo: ma guardando e contemplando oggetti armonicamente ordinati e sempre a se stessi identici, che non commettono né subiscono ingiustizia fra loro, anzi sempre viventi entro la legge dell'ordine e della ragione, questi egli imita, e, quanto più può, ad essi si conforma. Se, dunque, una qualche circostanza lo costringesse a tentar di tradurre nei costumi pubblici e privati dei suoi simili ciò che vede lassù, invece di formare soltanto se stesso, credi tu che sarebbe un cattivo artefice di temperanza, di giustizia, di tutte le altre civili virtù? E se il popolo giunge a rendersi conto che gli diciamo la verità sui filosofi, non li guarderà più con ostilità, né più sarà diffidente verso di noi quando affermiamo che uno Stato non sarà mai felice, se non sarà disegnato da questi artisti che lavorano sul modello divino. Essi prenderanno lo Stato e i caratteri degli uomini come fosse una tela, cercando innanzi tutto di renderla il più possibile pulita, il che non è certo facile cosa. Ad ogni modo, in questo si distinguerebbero subito dagli altri legislatori, non volendo occuparsi né dei singoli, né dello Stato per tracciarvi le leggi, se non quando fosse già pulito, o non l'avessero reso tale essi stessi".
In un video di Editrice scuola si ha un'intervista immaginaria rivolta a Platone dal filosofo e storico Giovanni Reale. Questi chiede al filosofo dell'antichità come si possa attuare il suo progetto di città ideale e la risposta è la seguente:
"Forse il modello di questa città ideale si trova nel cielo a disposizione di chi desideri contemplarlo e, contemplandolo, fissare in esso la propria dimora. Non ha quindi importanza che questa città effettivamente esista e possa esistere in futuro perché comunque egli potrebbe occuparsi solo di questa città interiore e non di un'altra. Dunque, lo Stato ideale si realizza in primo luogo nell'animo dell'uomo e lo Stato esterno è solo un suo riflesso."
Fonti:
https://giuseppemerlino.wordpress.com/2018/01/03/lo-stato-ideale-secondo-platone/
https://www.culturanuova.net/filosofia/testi/platone2_emsf.php
PLATONE, La Repubblica, 500 - 501: "Chi è veramente tutto preso nella contemplazione di ciò che è, non avrebbe neppure il tempo per volgere giù lo sguardo sull'affaccendarsi degli uomini e combattendo con essi riempirsi d'odio e di malanimo: ma guardando e contemplando oggetti armonicamente ordinati e sempre a se stessi identici, che non commettono né subiscono ingiustizia fra loro, anzi sempre viventi entro la legge dell'ordine e della ragione, questi egli imita, e, quanto più può, ad essi si conforma. Se, dunque, una qualche circostanza lo costringesse a tentar di tradurre nei costumi pubblici e privati dei suoi simili ciò che vede lassù, invece di formare soltanto se stesso, credi tu che sarebbe un cattivo artefice di temperanza, di giustizia, di tutte le altre civili virtù? E se il popolo giunge a rendersi conto che gli diciamo la verità sui filosofi, non li guarderà più con ostilità, né più sarà diffidente verso di noi quando affermiamo che uno Stato non sarà mai felice, se non sarà disegnato da questi artisti che lavorano sul modello divino. Essi prenderanno lo Stato e i caratteri degli uomini come fosse una tela, cercando innanzi tutto di renderla il più possibile pulita, il che non è certo facile cosa. Ad ogni modo, in questo si distinguerebbero subito dagli altri legislatori, non volendo occuparsi né dei singoli, né dello Stato per tracciarvi le leggi, se non quando fosse già pulito, o non l'avessero reso tale essi stessi".
Pittore dell’Italia Centrale, Città ideale (particolare), 1470/1480/1490, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino |
In un video di Editrice scuola si ha un'intervista immaginaria rivolta a Platone dal filosofo e storico Giovanni Reale. Questi chiede al filosofo dell'antichità come si possa attuare il suo progetto di città ideale e la risposta è la seguente:
"Forse il modello di questa città ideale si trova nel cielo a disposizione di chi desideri contemplarlo e, contemplandolo, fissare in esso la propria dimora. Non ha quindi importanza che questa città effettivamente esista e possa esistere in futuro perché comunque egli potrebbe occuparsi solo di questa città interiore e non di un'altra. Dunque, lo Stato ideale si realizza in primo luogo nell'animo dell'uomo e lo Stato esterno è solo un suo riflesso."
Fonti:
https://giuseppemerlino.wordpress.com/2018/01/03/lo-stato-ideale-secondo-platone/
https://www.culturanuova.net/filosofia/testi/platone2_emsf.php
venerdì 10 aprile 2020
Il disegno è l’arte di condurre una linea a fare una passeggiata. (Paul Klee)
Disegno fatto con la tavola grafica |
Il disegno per Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci. Autoritratto. 1515 ca. Torino, Biblioteca reale. |
Osservatore metodico e sistematico, pittore e ingegnere, concepisce il disegno come forma della mente e lo considera un mezzo per accedere direttamente alla verità della natura.
Sono oltre 4000 i fogli, con disegni e annotazioni, che si sono conservati e si riferiscono in vario modo a tutti gli ambiti di interesse della sua ricerca scientifica: dall'anatomia e fisiologia all'aritmetica e geometria, dall'astronomia alla botanica, dalla geologia alla meccanica, dall'ottica all'architettura, dai progetti urbanistici alla cartografia, dalla zoologia alla psicologia umana.
Alla base c'è l'idea della superiorità del linguaggio visivo rispetto a quello verbale:“O scrittore, con quali lettere scriverai tu con tal perfezione, qual fa qui il disegno? [...] non ti impacciare di cose appartenenti alli occhi col farle passare per li orecchi, perché sarai superato di gran lungo dall'opera del pittore”.
Gli studi anatomici
Studio braccio destro di un uomo, Leonardo, 1500 ca.
Windsor Castle, Royal Library.
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Le macchine volanti
martedì 7 aprile 2020
La poesia visiva -#STEP07
Per tutte le poesie l'alternanza tra parola e spazio è importante, ma ci sono casi in cui lo spazio bianco, la posizione delle parole, la forma e la grandezza dei caratteri contribuiscono a rendere la poesia una specie di quadro, tanto che si parla di poesia visiva.
Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento la poesia in forma di immagine diventa una moda. Il poeta simbolista francese Guillaume Apollinaire scrive una raccolta poetica intitolata Calligrammes; da allora il termine "calligramma" indica ogni composizione in cui le parole disegnano forme. Un esempio è Poèmes à Lou, in cui l'immagine di una donna con il cappello è formata da versi d'amore che esaltano la bellezza della donna stessa.
Riconosciti
Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento la poesia in forma di immagine diventa una moda. Il poeta simbolista francese Guillaume Apollinaire scrive una raccolta poetica intitolata Calligrammes; da allora il termine "calligramma" indica ogni composizione in cui le parole disegnano forme. Un esempio è Poèmes à Lou, in cui l'immagine di una donna con il cappello è formata da versi d'amore che esaltano la bellezza della donna stessa.
Riconosciti
Questa adorabile persona sei tu
Sotto il grande cappello di paglia
Occhio
Naso
La bocca Ecco l’ovale del tuo viso
Il tuo collo squisito
Ecco infine l’imperfetta immagine del tuo busto adorato visto come attraverso una nuvola
Un po’ più basso è il tuo cuore che batte
Ecco infine l’imperfetta immagine del tuo busto adorato visto come attraverso una nuvola
Un po’ più basso è il tuo cuore che batte
Agli inizi del Novecento, in Italia, il Futurismo recuperò la poesia visiva, che sembrava particolarmente adatta a esprimere gli intenti provocatori e innovativi propri del movimento. Celebre è l'opera di Corrado Govoni intitolata Il Palombaro, in cui è presente un accostamento tra disegni e parole.
Accanto a figure disegnate in modo semplice si trovano si trovano parole e frasi dalla calligrafia ingenua che da un lato definiscono semplicemente l'immagine, dall'altro dilatano in modo progressivo e imprevisto il significato.
Se non ci si limita a osservare l'opera in superficie e si legge tutto il testo, si percepisce un certo senso di inquietudine, generato dal contrasto tra i disegni infantili e le parole che suggeriscono immagini ripugnanti (cofani di sputi, sacco verminoso) e cruente (ceppo insanguinato, sirene decapitate).
Fonti:
Il piacere dei testi vol.5-6 di Baldi, Giusso, Razetti
lunedì 6 aprile 2020
sabato 4 aprile 2020
Storie e disegni -#STEP06
Prima dell'invenzione del linguaggio e della scrittura, l'unica forma di comunicazione era il disegno. Basti pensare all'epoca preistorica o anche a quella egizia, il cui alfabeto era costituito da simboli e disegni accostati tra loro per formare frasi e parole dal significato compiuto.
Ho ritrovato questa forma di comunicazione in un'opera di Italo Calvino intitolata Il castello dei destini incrociati.
Ho ritrovato questa forma di comunicazione in un'opera di Italo Calvino intitolata Il castello dei destini incrociati.
Il libro in questione è una raccolta di 16 racconti in cui si narrano le storie di un gruppo di commensali riuniti all'interno di un castello. Tuttavia, questo castello decadente e sfarzoso è sotto l'effetto di un incantesimo che fa perdere l'uso della parola a tutti coloro che vi entrano. Così i commensali, spinti dal desiderio di raccontare le loro storie, si servono di carte speciali che raffigurano "icone, simboli e archetipi": i tarocchi.
Dall'associazione e dall'ordine dei disegni rappresentati sulle carte nascono storie dall'intreccio molto vario, vissute dai commensali che di volta in volta assumono le sembianze dei tarocchi stessi.
"Il Re deve stare al gioco: non stipendia forse il Matto apposta per farsi contraddire e canzonare? È antica e saggia usanza nelle corti che il Matto o Giullare o Poeta eserciti la sua funzione di capovolgere e deridere i valori sui quali il sovrano basa il proprio dominio, e gli dimostri che ogni linea diritta nasconde un rovescio storto, ogni prodotto finito uno sconquasso di pezzi che non combaciano, ogni discorso filato un bla-bla-bla."
La seconda parte del libro si intitola La taverna dei destini incrociati: anche qui si intrecciano storie molto simili alla parte precedente, ma l'ambientazione è una taverna affollata e rumorosa e le carte cambiano: nella prima parte si utilizzano i tarocchi di Bembo, nella seconda i tarocchi marsigliesi che si differenziano dai primi per la grafica e riprodotti in bianco e nero.
Tarocchi di Bembo |
Tarocchi marsigliesi |
giovedì 2 aprile 2020
Il disegno nella pubblicità -STEP#05
Il mondo pubblicitario si serve spesso della tecnica del disegno per mostrare al pubblico immagini semplificate, divertenti e riconoscibili da associare a ciò che viene pubblicizzato. In questo post ho deciso di inserire due pubblicità che toccano due temi molto attuali e importanti: la salvaguardia dell'ambiente e la pandemia da coronavirus che stiamo affrontando in questo momento.
Sugli schermi normalmente utilizzati per mostrare le pubblicità nelle principali piazze di Milano negli ultimi giorni appaiono messaggi che ricordano agli abitanti i consigli per combattere la diffusione del coronavirus. Appaiono anche i disegni degli arcobaleni disegnati dai bambini con il messaggio "Andrà tutto bene". (da La Repubblica)
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